venerdì 8 novembre 2013
Torre Velasca, Milano
Torre Velasca, piazza Velasca, Milano. Il palazzo simbolo dello sviluppo del dopoguerra milanese, terminato nel 1958, è da sempre al centro di continui dibattiti, trovando divisi sia i cittadini comuni che le maggiori personalità. Senza alcun dubbio innovativo con il suo stile ribattezzato neoliberty, così come la scelta della forma a "fungo", prima assoluta; liberamente ispirata alla Torre del Filarete del Castello Sforzesco.
Forse la descrizione più interessante è frutto di Vittorio Sgarbi: "Tende a non piacermi. È il paradigma della civiltà dell'orrore. Ma visto che è il primo di tanti aborti, tenderei a tenerlo. I milanesi la guardano come il figlio brutto a cui vogliono bene comunque".
Tra i sostenitori si annoverano personaggi di altrettanto spessore, a partire da Philipphe Daverio e Stefano Boeri. Dell'opposta opinione gli inglesi del The Daily Telegraph, tanto da inserirlo nella loro lista degli edifici più brutti al mondo.
Forse il senso di questo edificio va proprio colto al di là del suo aspetto, il cui gusto è più che mai soggettivo, ovvero nel suo essere simbolo di un così importante periodo della storia italiana, oltreché cittadina.
Divertente e consigliabile il film "Il vedovo", di Dino Risi, con un sempre eccezionale Alberto Sordi, ambientato in parte nell'abitazione del personaggio interpretato proprio da Sordi, sita nella Torre.
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